Mastoplastica additiva

Un seno troppo piccolo? Mastoplastica additiva!

 In ogni epoca il simbolo della femminilità è stato identificato con il seno.
E’ naturale, quindi, che ogni donna dia molta importanza a questa parte del proprio corpo.

Ogni anomalia o difetto fisico arreca insicurezze che possono incidere sulla personalità ed ostacolare una serena vita di relazione. Un seno piccolo, poco sviluppato può creare dei problemi di  ordine psicologico: una donna si sente privata dell’attributo femminile che più è celebrato! Al seno “contenuto nella coppa di champagne” si preferiscono mammelle più prosperose e provocanti.

Un seno “abbondante” piace e … difficilmente si riesce a convivere con una taglia inferiore alla terza! Un aspetto esteticamente piacevole del seno è oggi possibile solo con l’intervento chirurgico di mastoplastica additiva.

Per mastoplastica additiva s’intende l’intervento chirurgico consistente in un aumento di volume di seni “piccoli”, mediante l’apposizione delle cosiddette protesi mammarie.

L’intervento è indicato in quelle donne che:

  • per cause congenite hanno un seno di piccole dimensioni;

  • invano hanno sperato che il miracolo dell’aumento del volume del seno si compisse con la gravidanza … purtroppo, invece, frequentemente, è proprio lo stesso allattamento può portare a seni “svuotati”, con perdita della loro consistenza e di piccole dimensioni!
chirurgia donna struttura seno

Il seno non è un muscolo, ma un sacchetto di pelle contenente ghiandola e tessuto adiposo; a causa di ripetuti allattamenti, può accadere che si venga a determinare uno svuotamento delle mammelle, per la riduzione del tessuto adiposo.

A partire dagli anni Sessanta si pratica la mammoplastica additiva e fino ad oggi più di 3 milioni di donne hanno optato per le protesi mammarie al silicone. Oggi l’ingrandimento del seno attraverso la mastoplastica additiva è, insieme alla lipo-scultura per la riduzione o l’eliminazione degli accumuli adiposi localizzati, l’intervento di chirurgia estetica più praticato.

Le protesi mammarie

L’intervento di mastoplastica additiva permette di aumentare il volume del seno mediante l’inserimento di protesi mammarie. Le protesi mammarie sono involucri sottilissimi di silicone, di forma rotonda che assicurano un aspetto naturale del seno, un suo movimento naturale e, infine, una morbidezza naturale.

Il silicone è un materiale utilizzato da cinquanta anni e, quindi, ampiamente studiato. Il silicone è un prodotto sintetico di laboratorio gelatinoso, inerte, non degradabile, né metabolizzabile, flessibile, non soggetto ad alterazioni dovute alla temperatura e visibile nelle radiografie.

Nel campo medico è utilizzato anche in altri prodotti: guanti, sonde, cateteri, rivestimenti interni ed esterni d’aghi, nella chirurgia delle parti molli (pelle e tessuti sottocutanei) per le correzioni corporee.

Il silicone usato nella costruzione delle protesi mammarie è purissimo!

Gli obblighi di produzione dell’elastomero di silicone, quale, per esempio, il riscaldamento per svariate ore fino a 200 gradi, garantiscono un prodotto sicuro; si può disporre, perciò, di un prodotto per impianto definito stabile e chimicamente pulito. Altri prodotti artificiali non superano queste procedure di produzione. I numerosi studi scientifici condotti sull’argomento hanno escluso ogni possibile correlazione fra protesi in silicone e tumori della mammella, malattie del connettivo, alterazioni fetali o alterazioni genetiche.

chirurgia seno protesi mammarie

A sinistra: protesi mammaria rotonda – A destra: protesi mammaria anatomica

E’ ormai accertato che le protesi mammarie non aumentano il rischio d’insorgenza né di malattie auto-immunitarie, né del cancro al seno. Le protesi mammarie non influiscono in alcun modo sullo sviluppo di un tumore né di altre malattie: le stesse protesi sono usate per ricostruire il seno asportato a seguito di tumori.

Il ricorso alle protesi mammarie non pregiudica la possibilità di allattare in futuro, perché il loro inserimento non interferisce con la ghiandola mammaria e con i suoi dotti galattofori. Per quanto riguarda l’esame mammografico, informando il radiologo sulla presenza delle protesi, è possibile effettuare una corretta indagine, individuando, attraverso una mammografia con proiezioni multiple, eventuali masse nel tessuto circostante la protesi.

Rispetto al passato, le protesi mammarie oltre ad avere una parete più spessa, contengono, inoltre, un gel di silicone maggiormente coesivo, che permette alla protesi di restare meglio distesa, senza che si possano formare pieghe lungo il suo contorno. Queste caratteristiche le rendono più resistenti rispetto alle protesi utilizzate in passato ed eliminano il rischio di migrazione del silicone nei rari casi di rottura della protesi.

Paragonato ai tempi passati, grazie agli involucri migliorati solo pochissime tracce di gel sono riscontrabili all’interno della capsula di tessuto che si è formata. A causa della reazione dell’organismo ospitante nel quale viene inserita la protesi mammaria, infatti, questa agisce come un corpo estraneo; nell’ambito di questo comportamento si forma, intorno al corpo estraneo (= la protesi) una capsula sottile e impalpabile.

Attualmente sono utilizzate protesi mammarie cosiddette “testurizzate”, a superficie ruvida, rugosa e non più liscia come quella delle protesi mammarie utilizzate fino agli anni Ottanta. Con le protesi mammarie “testurizzate” di ultima generazione il rischio d’insorgenza della complicazione della “retrazione della capsula”, a distanza di tempo dall’intervento, che porta ad un seno “duro”, si è ridotta quasi a livello zero.

 

Quanto durano le protesi mammarie?

Nessun materiale impiantato nell’organismo dura per sempre. Per fare un esempio, anche le protesi cardiache, oppure le protesi d’anca, che necessitano di interventi ben più invasivi, devono essere sostituite nel tempo. È verosimile che le protesi utilizzate attualmente abbiano una durata superiore, rispetto alle precedenti.

La visita

La nuova misura di seno viene concordata con la paziente. In teoria non ci sono limiti al volume mammario che si può raggiungere; in pratica, però, perché il risultato sia il più possibile naturale, è più corretto ottenere un seno di dimensioni proporzionate alle caratteristiche fisiche della paziente. Un seno voluminoso in una paziente esile o di bassa statura rischia di essere immediatamente riconosciuto come un seno rifatto.

Molto importante!

Più le protesi mammarie sono voluminose:

  • minore sarà la possibilità di mantenere un buon risultato a lungo termine. Con il passare del tempo, la forza di gravità finirà inesorabilmente per portare le mammelle appesantite, protesi comprese,  verso il basso;

  • più sono facilmente palpabili dall’esterno a causa della dissezione più ampia e superficiale necessaria per alloggiarle e dell’atrofia che inevitabilmente determinano nei tessuti molli che le ricoprono (parenchima e grasso). Attraverso la pelle diviene quindi più facile e frequente anche percepire eventuali pieghe

  • più è difficile camuffare la loro forma, qualunque sia;

  • più è possibile che portino con il tempo ad una atrofia da compressione del tessuto mammario;  non è giusto inserire di proposito protesi mammarie molto voluminose perché queste con il trascorrere del tempo possono produrre un  assottigliamento dei tessuti ad esse circostanti.

I risultati migliori non si ottengono con le protesi troppo grandi. Nel caso il seno sia piccolo e svuotato (per esempio come conseguenza di una gravidanza) il chirurgo suggerirà di associare un intervento di mastopessi.

intervento mastoplastica campisi

L’intervento

La mastoplastica additiva, come ogni altro intervento chirurgico, va effettuato in Clinica e richiede un Chirurgo Plastico Estetico qualificato. L’appartenenza alla Società Italiana di Chirurgia Plastica può essere un criterio di scelta per avere maggiori garanzie! L’intervento, effettuato in anestesia generale, dura circa due ore. Le vie d’accesso chirurgiche maggiormente utilizzate sono la sotto-mammaria e quella peri-areolare.

La protesi di solito viene, infatti, posta fra la ghiandola mammaria ed il muscolo pettorale, la possibilità di allattamento così rimane così pure la possibilità di successiva esecuzione di esami strumentali quali l’ecografia o la mammografia.

In alcuni casi, quando la paziente sia molto magra e presenti una cute toracica molto sottile, la protesi viene collocata al di “sotto” del muscolo pettorale. In questo modo viene aumentato lo spessore dei tessuti che ricoprono la protesi, ammorbidendone i contorni e ottenendo, quindi, un risultato più naturale.

In questo caso i fastidi post-operatori saranno però più accentuati ed il recupero più lento. Le protesi poste al di sotto del muscolo pettorale tendono a restare più rigide, perché sottoposte a maggiore pressione e in alcuni movimenti del torace possono risultare meno naturali.

 

Dopo l’intervento

Già il giorno successivo all’intervento la paziente verrà dimessa, indossando un reggiseno leggermente elastico, che manterrà per una-due settimane, durante la quale dovrà evitare ogni tipo di sforzi. Dopo l’intervento di mastoplastica additiva il periodo di riposo è breve e dopo 3-4 giorni si può riprendere una attività praticamente normale con la sola avvertenza di limitare sforzi con gli arti superiori. Solo dopo tre settimane la paziente può riprendere ogni tipo di attività sportiva.

Dopo l’intervento

Già il giorno successivo all’intervento la paziente verrà dimessa, indossando un reggiseno leggermente elastico, che manterrà per una-due settimane, durante la quale dovrà evitare ogni tipo di sforzi. Dopo l’intervento di mastoplastica additiva il periodo di riposo è breve e dopo 3-4 giorni si può riprendere una attività praticamente normale con la sola avvertenza di limitare sforzi con gli arti superiori. Solo dopo tre settimane la paziente può riprendere ogni tipo di attività sportiva.

Negli anni successivi, potrà eventualmente allattare al seno e sottoporsi agli esami strumentali abitualmente prescritti per la prevenzione di routine del tumore della mammella, segnalando, comunque, al radiologo la presenza delle protesi.

 A distanza di sei mesi dall’intervento:

  • la cicatrice dopo l’incisione semi-periareolare è quasi del tutto “invisibile”,
  • la cicatrice posta nel solco sotto-mammario, essendo la più corta possibile (circa 4 cm), risulta scarsamente evidente per i primi sei mesi e solo a paziente supina.
 

Inchieste recenti confermano che più del 98% delle operate di mastoplastica additiva sono soddisfatte dei risultati dell’intervento che ha consentito loro un miglioramento della qualità della vita: le aiuta in modo decisivo a riprendere la conduzione di una vita “normale”.

Le pazienti raccontano, inoltre, di aver ripreso fiducia in loro stesse.

Intervento di mastoplastica

Mastoplastica additiva a destra: a distanza di
12 giorni dall’intervento

Cicatrice post operatoria mastoplastica

Mastoplastica additiva a destra: a distanza di
12 giorni dall’intervento

Se Lei sta pensando di sottoporsi a questo intervento, quanto letto è il primo passo: un consulto personale con il chirurgo dottor CAMPISI è il miglior modo per ottenere le informazioni addizionali di cui Lei ha bisogno.

Sull’uso delle protesi mammarie non idonee all’impianto

E’ recente la notizia che in Francia vi sono 30.000 donne che sono state invitate a sottoporsi ad un intervento chirurgico per rimuovere protesi mammarie difettose  prodotte da una ditta che ora è fallita, la P.I.P. (Poly Implant Prothese) di Seyne-su-Mer, vicino a Marsiglia. Nel 2010 l’autorità regolatoria francese (Agence Française de Sècuritè Sanitaire des Produits de Santè => A.F.S.S.A.P.S.) ha messo sotto indagine la P.I.P. a seguito dell’aumento delle segnalazioni di rottura di protesi.

L’A.F.S.S.A.P.S. ha scoperto che la P.I.P. stava producendo i propri impianti utilizzando un tipo di silicone non conforme all’uso medico. Le protesi in questione sono, quindi, a rischio rottura molto più elevato rispetto alla media e, sospettate di essere potenzialmente cancerogene, racchiudono gel al silicone industriale, peraltro non omologato dalle autorità competenti, al posto di quello compatibile con l’utilizzo medico, dieci volte più costoso. Il silicone per uso medico è ovviamente purissimo: paragonato al silicone industriale è come se fosse un diamante paragonato al carbone.

Chi scrive … naturalmente non ha mai fatto uso di protesi P.I.P.!

È di fondamentale importanza tutelare la salute di tutte le donne che per qualsiasi motivo, anche puramente estetico accedono ad interventi di chirurgia estetica!

Ogni intervento di mastoplastica additiva deve prevedere la piena tracciabilità dell’intervento,  delle protesi utilizzate e del follow-up delle pazienti. Inoltre, prevede obblighi informativi alle pazienti sull’intervento, sui materiali e sulle tecniche utilizzate, sul decorso clinico e sui potenziali fattori di rischio. Esiste il divieto di impianto a fini estetici per le minori di 18 anni, il cui fisico non ha ancora completato lo sviluppo.